Verso Casalecchio

Verso Casalecchio

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La città scorre al contrario.
I miei pensieri oscillano, come liquido in un barattolo
Le cose sbagliate che ho fatto
Le cose brutte che ho detto
Quello che ho sentito
Quello che è stato nascosto
Colpevolezza è una parola fuori misura
I visi dei bambini sono creta morbida
Hanno la forma dell’ultimo sogno
Sospeso e preso in custodia dalle
Mamme tenute per mano
Come una prolunga amniotica

Uomini giovani e uomini vecchi
Sono seduti sui rombi di un portico
Guardano la città che si sveglia
Sotto barbe arruffate
Dentro vestiti indegni della loro esperienza
Sulle porte dei bar maschere teatrali si preparano al debutto quotidiano
Entrano le tragedie
Escono le commedie

C’è una ragazza in un parco che
La penombra rende bellissima
Sparge mangiare per gli uccelli
Che saltellano disordinati
Un astronauta sale sulla navicella rossa spinta dal braccio meccanico
Qualcuno lo manovra portandolo all’esterno di una finestra alta

Dai cancelli di una enorme villa chiusa
Tre cani spiano rassegnati la vita che scorre fuori
Hanno un padrone ma non hanno un amico
La polvere e la terra sulle loro macchie nere
Cancella un contrasto altrimenti vivace

Poi la voce registrata
e le fermate che annuncia
si introducono nelle note in cuffia
Come un disc jokey fuori dal tempo
Che mi riporta sull’autobus numero venti.

È mattina presto.
Vado a lavoro.
Tutto scorre al contrario.
Sono stanco.
Ma va bene così.
E sì, Vasco fottiti.

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