Luca

Luca

Ho rincontrato Luca dopo qualche anno. Era febbraio, credo. O forse gennaio. In quel periodo davo poca importanza alle persone. Avevo toccato con mano quanta pochezza potesse esserci in alcune di esse e non avevo neanche molto interesse a salutare delle vecchie conoscenze. Pensavo solo a mandar giù l’ennesima pinta di rossa che avevo davanti. Lui stava passando vicino al bancone. Io ero seduto. Se lo avesse voluto, avrebbe potuto tirar dritto, senza fermarsi per far dei convenevoli. Nessuno se ne sarebbe accorto ed era quanto mi aspettavo avrebbe fatto. E invece, con sorpresa, si è fermato, mi ha chiamato, e con una pacca sulla spalla mi ha invitato ad un saluto. Piccola breccia nella muraglia che avevo tirato su. Ci siamo poi rivisti nei giorni successivi. E forse ci siamo offerti qualche giro di bevute. Ricordo di averlo salutato con un abbraccio l’ultima sera, pochi giorni prima che partissi per Bologna.
Non volevo crederci quando me l’hanno detto.
Ho chiesto conferme, facendo domande goffe e descrizioni impacciate e poco concrete sulla sua bravura alla chitarra. E le conferme, nonostante tutto, sono arrivate. Luca non c’è più. Ed è l’ennesima brutta notizia che rompe un mattone e si riversa dentro.
Ciao Lù, stammi bene.
E scusa se ripeto le ultime parole che ti ho detto.

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