Bassorilievi Braille

Bassorilievi Braille

IMG_8399Mi scanso per non urtarlo. Nino non lo sente, Non ci fa caso. Parliamo lungo i portici di via dell’Indipendenza. La gente in giro è allegra per il bianco che da ieri continua a scendere dal cielo. Ha la faccia rivolta verso il muro e sta parlando in un telefono che sembra enorme. Pronuncia le frasi in un italiano privo di accenti. Ha una voce delicata. I capelli brizzolati che spuntano da una coppola scura. Ed un loden color cammello. Mi viene in mente Luisella e la sua categorizzazione delle persone con il loden. È solo un istante, ma sorrido. E mi fa bene. L’uomo continua il suo discorso. Sembra che davanti a lui ci sia una platea affollata invece di una parete scrostata. Usa il bastone che etichetta la sua cecità come se stesse scandendo un solfeggio. “L’amore oggi finisce. Le coppie si lasciano quando scoprono di non conoscersi affatto. Vogliono più di quello che hanno. E poi perdono…” e si perdono anche le sue parole, infilandosi come acqua nelle crepe impolverate che ha di fronte, prossime a diventare bassorilievi che nessuno noterà mai. Una trascrizione in Braille del suo discorso alla Nazione Invisibile. Un giorno andrò a cercarle, penso. Per rimpiazzare quelle che ora mancano. Stiamo andando verso la biblioteca Salaborsa in Piazza Nettuno. Chiedo al mio amico se ha carpito quella telefonata. Mimiamo un sospiro teatrale. Ma troviamo il modo di ridere. La creta bianca che diventa porcellana. E si rompe. Le finestre da chiudere per non far passare l’aria e la luce. Così che certi sentimenti non crescano più. Piani di sopravvivenza e  teorie di io farei che interrompiamo invocando Satana. Per spazzarle via e tenere alto lo spirito.

 

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